Sono stato zitto per un po’. Ho fatto silenzio e ascoltato il mondo attorno a me, mi sono confrontato con altri colleghi, professionisti di Facebook e Google e anche con i miei clienti.
Ora che anche Sundar Pichai, CEO di Google si è esposto in merito alla situazione cosa succederà?
Parlare della situazione attuale non mi piace troppo: è un momento profondamente delicato, labile e senza precedenti. Però alla fine ho deciso di farmi sentire, perché qualche settimana di esperienza diretta sull’argomento l’ho accumulata e qualche mio consiglio posso sbilanciarmi a dartelo.
- Cosa sta succedendo te lo dico con quattro brand.
- Cosa ti consiglio di fare te lo spiego con l’esperienza che ho adesso con i miei clienti.
Cosa sta succedendo – PornHub, Amazon e Google & Facebook
Di fatto si stanno registrando delle modifiche di domanda e offerta. L’attività del target cambia.
La situazione non ha precedenti tanto che sono a rischio o sono già stati cancellati eventi come Le Olimpiadi di Tokyo, il Festival di Cannes, gli Europei di Calcio.
Online? In linea generale va così: stiamo tutti a casa, ricerchiamo prodotti online che ci calmino i nervi e guardiamo PornHub.
PornHub: le nuove dinamiche online
Già, perché dal lockout generale del 12 marzo gli italiani sono tra i massimi fruitori sul sito PornHub, questo anche grazie all’offerta di accesso premium gratuito alla piattaforma di pornografia più famosa al mondo (picchi più alti li hanno raggiunti solo gli amici spagnoli al momento, con 61.8).
Questo perché lo sto dicendo? In parte perché lo trovo abbastanza divertente, ma il motivo principale è perché ci permette di riflettere: ci fa capire come sta muovendosi l’economia.
Implica che alcuni settori sanno andare avanti, nonostante la crisi, e anzi stanno migliorando la propria posizione (è il caso di aziende sanitarie, giornali online e offline, aziende alimentari di prima necessità). Altri ovviamente non hanno avuto la stessa fortuna (negozi fisici, date app, aziende non legate a produzioni primarie).
Amazon: le persone sono spaventate
E giustamente, aggiungo, io: ogni giorno l’unico discorso che viene portato avanti è uno e uno solo. L’ansia in merito spaventa tutti perché si tratta di qualcosa di impegnativo e diverso dal normale, senza precedenti a cui guardare per capire dove stiamo andando.
Ecco allora alcuni servizi che non ci si aspettava avessero tanto successo: gli oggetti per lo yoga, gli auricolari e la carta igienica. Questi sono infatti i tre prodotti più cercati dagli utenti di tutto il mondo su Amazon. Cosa ci dice tutto ciò?
Le persone sono costantemente online (Facebook ha registrato accessi superiori al 300% in alcuni giorni), ma hanno bisogno di relax. Gli utenti cercano beni essenziali, ma anche possibilità di distrarsi dalla routine, oggetti per sé che calmino i nervi.
Facebook e Google: l’investimento online
eMarketer, una di quelle società di consulenza top degli Stati Uniti che sono specializzate in digital marketing e advertising, ha fatto qualche studio nelle settimane scorse, prima delle restrizioni messe in opera da Stati Uniti ed Europa, nonostante ciò alcuni suoi dati possono tornarci utili. In sostanza, dice che la spesa pubblicitaria mondiale prevista per il 2020 sarebbe sui 691,7 miliardi di dollari (vale a dire 20 miliardi in meno rispetto alle previsioni di qualche mese fa).
Il rallentamento è in primis legato al mercato cinese e poi da quelle realtà legate alla filiera produttiva del Dragone Rosso. Le conseguenze ci sono per tutti: dal negozio sotto casa ai colossi dell’economia come Amazon, Facebook e Google.
Le stime prevedono un Google Ads in difficoltà con un calo del 15-20% su base annua delle entrate relative agli annunci di viaggio. Non diverso da Facebook che registrerebbe un calo nella spesa in adv relativa a vari settori che sono circa il 30-45% delle entrate totali del social di Mark Zuckerberg. Sono numeri altissimi di perdita, soprattutto nel settore out-of-home advertising, che ha subito un freno notevole in quasi tutti i paesi.
L’annuncio di Google
Venerdì 27 marzo il CEO di Google, Sundar Pichai, ha annunciato che Google si prende l’impegno di stanziare “oltre 800 milioni di dollari per supportare le piccole e medie imprese (PMI), le organizzazioni sanitarie e i governi e gli operatori sanitari in prima linea in questa pandemia globale”.
Una serie di supporti globali e nazionali molto interessanti che dovrebbero aiutare soprattutto le piccole realtà.
Bene: e ora cosa fare? Ecco i miei consigli e le opportunità Google
Iniziamo con le belle notizie, come affermato da Google venerdì 27 ci sono supporti economici non indifferenti in vista.
Infatti ben 340 milioni di dollari saranno destinati in crediti Google Ads: disponibili per tutte le PMI con account attivi nell’ultimo anno. Le notifiche di credito verranno visualizzate negli account Google Ads e potranno essere utilizzate in qualsiasi momento fino alla fine del 2020 attraverso le piattaforme pubblicitarie di Google.
Questo oltre a 250 milioni destinati all’OMS, Organizzazione mondiale della sanità, e oltre 100 agenzie che forniscono informazioni su come prevenire la diffusione del virus (annuncio simile era stato fatto un mesetto prima ma allora si parlava di 25 milioni di dollari). Oltre 20 milioni di dollari in sovvenzioni pubblicitarie da destinare alle istituzioni della comunità e alle ONG, per pubblicare annunci di servizio pubblico e altre risorse per le PMI. Un fondo di investimento da 200 milioni di dollari a supporto delle ONG e le istituzioni finanziarie mondiali, per aiutare le piccole imprese ad accedere al capitale di cui necessitano. 20 milioni in crediti Google Cloud per istituzioni accademiche e ricercatori per mettere le capacità informatiche di Google e le infrastrutture per la ricerca di terapie e vaccini.
Attenzione, i dati parlano chiaro: le persone non hanno smesso di essere interessate, ora sono impossibilitate a comprare direttamente. Ecco allora che la nuova strategia per e-commerce e altri beni non essenziali deve toccare proprio quel punto.
Tutte queste attività pubblicitarie ora? Ma ha senso? CERTO!
Ora io mi rivolgo a chi ha o chi segue realtà che non sono nel campo alimentare o farmaceutico (settori che al momento sono tristemente in rialzo). La cosa primaria da fare per me è: concentrarsi su un’analisi approfondita di quello che sta succedendo.
Hai contenuti programmati che stanno per uscire? Controllali, elimina e rifai se non sono in linea con il momento, ora più che mai devi usare delicatezza nella comunicazione.
I tuoi budget andranno ridotti ma non spenti. Google sta tenendo comunicazioni costanti sulla situazione: perché? Perché informa, si fa sentire e non vuole di certo farsi dimenticare. Tu fai altrettanto.
Facebook non se la passa bene e la pubblicità sta cambiando, ma lasciare ora vuol dire abbandonare, sia gli sforzi che hai fatto fino a oggi ma anche e soprattutto, lasciare il tuo pubblico quando ha bisogno di brand che gli stiano al fianco.
Questo è un periodo in cui puoi fare lead, puoi fare remarketing e acquisizione dati. Non puntare a fare nuovi clienti, se arrivano benvenuti: pensa a chi hai, pensa ad andargli incontro ed esserci.
Pensa a nuove campagne strutturate per la situazione, fai adv solo per attività che possano permetterti fruizione in casa o che ti permetta un’acquisizione dati migliore per i prossimi mesi. Non sottovalutare il valore della community: questo è il periodo giusto per migliorare la gestione della relazione con il pubblico online. Ascolta.
Pensa prima di pubblicare e stai attento a cosa fare, ma non lasciar perdere la comunicazione ben fatta. Se congeli ora la tua attività online rischi di fare più danni che del bene.
Da questo momento ne usciremo. La differenza allora starà tra chi ha mantenuto la forza nella crisi e chi è scomparso.
Non perdere l’occasione per mostrare che la tua realtà c’è anche quando i giochi si fanno difficili.
Ho pensato di scrivere alcuni consigli specifici sull’email-marketing per e-commerce durante il covid-19, li trovi qui.