Michelangelo Aquino

Marketing per e-commerce al tempo del Coronavirus. Parte 1

Consigli di ottimizzazione tramite mail: i carrelli abbandonati

Siamo in un tempo strano, in cui possiamo pensare alla strategia del nostro brand seduti su un balcone, circondati da una città silenziosa e qualche nota di sottofondo che arriva dai balconi del vicino.

In questo periodo ti consiglio di non lasciarti assopire dalla noia, dal quotidiano, ma rimanere vigile e attivo. Chi dorme troppo ora, rischia di arrivare impreparato quando tutto ciò sarà finito. 

Ti ho già detto come la penso sull’attività di marketing durante questa crisi COVID-19, se te lo sei perso puoi fare un salto qui

Spoiler: non devi smettere di comunicare e promuovere con ads, ma devi definire meglio cosa promuovere, magari riducendone i budget. Nel concreto: stai vicino al tuo pubblico. Coltiva la comunicazione e approfondisci la tua conoscenza su di loro.

Partiamo dalle basi di comportamento in questi giorni.

  • Usa la testa quando veicoli messaggi e contenuti distintivi.
  • Promuovi ciò che è fruibile da casa, evita promozioni o attività che non sono accessibili nell’immediato.
  • Cura la community. I tuoi clienti, come molti, hanno paura e tu devi ascoltarli per aiutarli. Non per forza devi scrivere che gli stai vicino, perché obiettivamente ormai lo dicono tutti e ha stufato. Devi sapere ascoltare il tuo pubblico senza aumentargli l’ansia.
  • Controlla e ottimizza le informazioni, le attività e il workflow del tuo brand. Ti servirà per il futuro.

Tutto questo è ugualmente importante, ma data la mia competenza ti parlerò in particolare dell’ultimo punto.

Come ottimizzare le informazioni del tuo target?

Le attività di un e-commerce non sono mai “solo il sito” su cui promuovi il prodotto.

Un buono store è sempre l’integrazione tra diversi sistemi e applicazioni. Comunicazione e dati che passano da database esterni come CRM, CMS ed ERP, a sistemi di Business Intelligence e piattaforme di email advertising. Questi sistemi devono sapere dialogare tra loro, in una condivisione e un aggiornamento dati costante.

In questo periodo non devi congelare le tue attività ads su Facebook e Google, però, non avranno il regime solito, soprattutto se ti occupi di uno dei settori particolarmente in difficoltà in questo momento ( turismo o prodotti non essenziali) –come ho spiegato qui-. Ecco se ti avanza un po’ di tempo, il mio consiglio è di spenderlo per far comunicare i dati e sfruttare un l’attività di mail marketing.

Perché ottimizzare ora le informazioni?

Hai tempo, ma soprattutto il tuo target lo ha. È online costantemente, la maggior parte delle comunicazioni e i contatti con il mondo passano da lì. Potenzialmente hai persone molto più disponibili all’ascolto. Parla con il tuo pubblico

Non dormire, pensa in maniera proficua alla strategia del tuo brand.

Oggi ti consiglio un excursus sulle attività di mail marketing per una delle due possibilità da intraprendere in questo periodo: il recupero carrello abbandonato (la seconda è una buona attività di lead e te ne parlo qui). 

Recuperare un carrello abbandonato

Attività preliminare: analisi della frequency

Prima di andare a parlare di come recuperare un carrello, analizza quale sia la tua attuale situazione mail.

Integrando i dati di Google Analytics e il proprio CRM puoi avere più informazioni su interazione e acquisto del target. Ad esempio, con che frequenza il cliente entra in contatto con lo shop? In questo modo puoi scoprire la frequency, vale a dire la frequenza di acquisto del tuo target.

Il tuo utente può essere definito come acquirente frequente o sporadico. Alcuni programmi, come MailChimp, danno opzioni maggiori come le definizioni di VIP o loyal.

Raccogli dati per scoprire il valore medio dell’ordine, le categorie e i prodotti più acquistati, in generale e in un periodo specifico. 

Macina. I. Dati.

Attività dura e pura: recupero e workflow

Secondo Statista, il 69,53% dei consumatori abbandona il carrello. Vuol dire che su 100 persone, che tu hai faticosamente portato sulla tua piattaforma e che hai convinto la tua realtà fosse affidabile, ben 69 iniziano a fare acquisti ma non li concludono

Come fare a recuperare queste persone è vitale: la persona ci ha ripensato ma non ha drasticamente deciso di scartarti. Il mio consiglio per l’e-commerce è mandare una bella mail di reminder, vale a dire una mail automatizzata di recupero carrello.

Con il Marketing Automation puoi creare un flusso che incoraggi i clienti a completare l’acquisto con l’invio di una o più email tra il secondo e il quinto giorno successivo all’abbandono del carrello. In sostanza servono per ricordare al cliente perché avevano iniziato ad acquistare e come mai dovrebbero completare l’azione.

Solitamente per raggiungere il goal si crea un processo di workflow: un percorso che unisce strategia, tecnica e contenuti creati appositamente per recuperare l’utente fuggitivo. Qui trovi la strategia di email marketing.

Attraverso un workflow, segmenti i tuoi clienti in funzione dei diversi articoli: questo è quello che ti serve ora, devi ottimizzare il funnel per sapere cosa ama e cosa odia il tuo pubblico. Nota bene io credo poco ai dati a caso, credo nei dati concreti che riesci a raccogliere con la singola realtà, comunque i dati generali parlano chiaro. Circa il 40% delle mail automatizzate di recupero carrelli vengono aperte, un buon 10 riceve un click e circa il 2% converte. Se sei nel mio campo lo sai già: sono ottimi numeri.

Consigli pratici

Immagina quindi una prima mail dopo un paio giorni, giusto per ricordare che non ti sei scordato di loro. E poi fai una serie di altre mail immaginate per questa attività, una con una promozione esclusiva a tempo oppure una in cui inviti a portare un amico a fare acquisti e fare sconti a entrambi. Spazio alla fantasia.

  1. Richiama l’attenzione del tuo pubblico, dando molto spazio alle immagini
  2. Inserisci contenuti mirati: evita cose come “Scopri tutti i prodotti sul nostro sito”, stai scrivendo a persone che lo sanno già. Devi convincerli a tornare. Spesso qui un collega copywriter ti dà una bella mano e all’immagine d’impatto ci abbini un copy come “Ehi, ma hai dimenticato qualcosa?” oppure “Questa starebbe benissimo in…” (borsa/cucina/pancia) a seconda del prodotto che stai promuovendo.
  3. Sperimenta nuovi approcci: siamo in un periodo davvero senza precedenti. Non puoi avere casi affini a cui guardare. Quindi, crea contenuti che rispondano alla situazione attuale.
  4. Ultima cosa: questa comunicazione è sempre mobile first, ricordalo.

Eccoci qui: se vuoi trovi in questo articolo alcuni consigli sull’attività di lead da fare tramite mail in questo periodo. 

Mentre ho parlato sempre del fantastico mondo delle newsletter in questo articolo.

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Grazie per avermi scritto , ti invierò la risposta corretta il prima possibile

Michelangelo